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Marchi+3: riapertura dei termini per le domande di contributo

Il MISE rilancia la misura a sostegno delle Imprese

Adottati dalla competente Direzione generale i decreti di riapertura dei bandi Marchi+3Disegni+4 Brevetti+, che erano stati chiusi per esaurimento delle risorse finanziarie nei mesi scorsi.

Dopo aver anticipato l’emanazione del decreto di programmazione delle risorse per l’anno 2020, con il quale sono stati messi a disposizione ulteriori 43 milioni di euro, a partire dal 30 settembre si potranno presentare le domande per Marchi+3 (con una dotazione aggiuntiva di 4 milioni di euro), dal 14 ottobre per Disegni +4 (ulteriori 14 milioni di euro) e dal 21 ottobre per Brevetti+ (con 25 milioni di euro).

Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n.191 del 31 luglio 2020 gli avvisi di riapertura dei tre bandi.

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100 Milioni per la Trasformazione Digitale delle PMI

Digital Trasformation

E’ stato registrato dalla Corte dei Conti ed è in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo economico che favorisce la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese, attraverso l’applicazione di tecnologie avanzate previste nell’ambito di Impresa 4.0 e di quelle relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera.

Per questa misura agevolativa sono stati stanziati 100 milioni di euro dal Decreto Crescita, con l’obiettivo di sostenere la Digital Transformation delle PMI nel settore manifatturiero e in quello dei servizi diretti alle imprese, nel settore turistico per le imprese impegnate nella digitalizzazione della fruizione dei beni culturali e nel settore del commercio, contribuendo così agli obiettivi di innovazione e di crescita di competitività dell’intero tessuto produttivo del Paese.

In particolare sono agevolati progetti per un importo non inferiore a 50 mila euro e non superiore a 500 mila euro, che possono essere presentati sia da imprese singole che associate, fino a 10 soggetti aderenti, mediante contratti di rete o altre forme di collaborazione in cui figuri, come capofila, un DIH – Digital Innovation Hub o un EDI – ecosistema digitale per l’innovazione.

La Digital Transformation riguarda tutte le tecnologie più avanzate quali advanced manufacturing solutions, additive manufacturing, realtà aumentata, simulation, integrazione orizzontale e verticale, industrial internet, cloud, cybersecurity, big data e analytics, software, piattaforme e applicazioni digitali per la gestione e il coordinamento della logistica, e-commerce, sistemi di pagamento mobile e via internet, fintech, sistemi elettronici per lo scambio di dati geolocalizzazione, tecnologie per l’in-store customer experience, system integration applicata all’automazione dei processi, blockchain, intelligenza artificiale, internet of things.
Le modalità e i termini di presentazione delle domande saranno disciplinate da un successivo provvedimento ministeriale.

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Consultazione sulla Strategia nazionale Blockchain e registri distribuiti

Al via oggi la consultazione pubblica del documento di sintesi sulla “Strategia italiana per la Blockchain e i registri distribuiti”, realizzata con il contributo del gruppo di esperti selezionati dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Al termine della consultazione, il 20 luglio 2020, le osservazioni provenienti dagli stakeholder e dai soggetti interessati saranno valutate dagli esperti per l’elaborazione della proposta finale della strategia.

“L’obiettivo – come indicato dal Ministro Patuanelli – è quello di supportare e favorire la transizione digitale del sistema produttivo e di far diventare l’Italia un Paese europeo all’avanguardia nelle tecnologie emergenti”, dichiara il Sottosegretario Mirella Liuzzi“La stesura della strategia per la Blockchain e i registri distribuiti – aggiunge – è un passo importante affinché questa tecnologia diventi centrale, così come per l’Intelligenza artificiale, per lo sviluppo economico e sociale del Paese, oltre a costituire il contributo italiano ad un’azione sinergica tra i paesi membri della Ue”.

Nel documento di sintesi in consultazione vengono approfondite policy e strumenti sui temi connessi allo sviluppo e all’adozione di tecnologie per blockchain e registri distribuiti in modo da favorirne l’applicazione per imprese, pubblica amministrazione e cittadini.

Sono stati inoltre individuati i principali casi d’uso e i settori di applicazione di questa tecnologia che può diventare un efficace strumento per la tutela e la valorizzazione delle filiere produttive del nostro made in Italy e per il contrasto, con maggiore efficacia, della contraffazione dei prodotti a vantaggio della trasparenza per i consumatori.

Prosegue, intanto, il percorso di elaborazione della Strategia sull’Intelligenza Artificiale, il cui documento finale verrà successivamente condiviso con l’Unione Europea.

La strategia italiana

Le tecnologie basate sui registri distribuiti e in particolare la Blockchain vivono una fase di continua evoluzione tecnologica, applicativa e regolamentare, con un’espansione dei possibili settori di applicazione di queste tecnologie che è coincisa con un incremento di sperimentazioni, progetti e iniziative sia nel settore privato che in quello pubblico.

L’Italia, che ha già maturato esperienze nell’esplorare possibili applicazioni legate alla Blockchain sia nel settore Fintech che a supporto dell’industria e dei servizi, può rafforzare la propria leadership, a livello europeo e globale, attraverso una strategia nazionale in grado di indirizzare, incentivare e supportare questi sforzi, promuovendo la collaborazione tra pubblico e privato, nonché favorendo lo sviluppo di regolamentazioni che rendano possibile l’adozione di tali nuove applicazione da parte delle imprese, della pubblica amministrazione e dei cittadini.

Per questi motivi, il Ministero dello Sviluppo Economico ha selezionato un gruppo di 30 esperti chiamati a fornire un quadro della situazione attuale, identificare i possibili sviluppi e le conseguenti ricadute socio-economiche derivanti dall’introduzione di soluzioni basate su queste tecnologie. Le “Proposte per una strategia italiana in materia di tecnologie basate su registri condivisi e Blockchain” recanti le linee guida da seguire per permettere lo sviluppo e la diffusione di questa tecnologia definiscono il contesto di riferimento della strategia nazionale e si propongono di offrire un valido contributo al dibattito europeo.

Tali proposte, mirano a raggiungere i seguenti obiettivi:

  1. dotare l’Italia di un quadro regolamentare competitivo nei confronti degli altri paesi;
  2. incrementare gli investimenti, pubblici e privati, nella Blockchain/DLT e nelle tecnologie correlate (i.e. IoT, 5G);
  3. proporre campi applicativi della tecnologia al fine di indirizzare correttamente i possibili investimenti, in coerenza con i settori chiave dell’economia Italiana;
  4. migliorare efficienza ed efficacia nell’interazione con la pubblica amministrazione tramite l’adozione del principio Once-Only e della decentralizzazione;
  5. favorire la cooperazione europea ed internazionale tramite adozione della comune infrastruttura europea da parte dell’EBSI (European Blockchain Systems Infrastucture);
  6. utilizzare la tecnologia per favorire la transizione verso modelli di economia circolare, in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile;
  7. promuovere l’informazione e la consapevolezza della Blockchain/DLT tra i cittadini.

Nel documento redatto dal gruppo di esperti si formulano, sulla base delle analisi e delle osservazioni svolte, un insieme di raccomandazioni che si ritengono necessarie a favorire una adozione di massa di queste tecnologie, indicando priorità e direzioni su cui focalizzare sostegno finanziario, attività formativa ed informativa, definizione e sviluppo del quadro regolamentare tenendo conto dei possibili scenari evolutivi di questa tecnologia.
La sintesi del documento redatto dagli esperti sarà in consultazione pubblica dal 18 giugno al 20 luglio 2020 al fine di raccogliere osservazioni, suggerimenti o ulteriori elementi utili per un affinamento della strategia. Al termine del periodo di consultazione il Governo completerà la redazione della strategia nazionale per Blockchain e registri distribuiti.

Consultazione

La sintesi per la consultazione pubblica della Strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e Blockchain è composta da un capitolo iniziale (Visione ed obiettivi) e da un capitolo che espone le raccomandazioni proposte dagli esperti.

Durante il periodo di consultazione pubblica (18 giugno – 20 luglio 2020) potranno essere inviate osservazioni al fine di raccogliere suggerimenti o ulteriori elementi utili per un affinamento della strategia.

Puoi Scaricare il Documento

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COVID-19 – DECRETO SVILUPPO

Nel decreto Rilancio, approvato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, sono stati stanziati 55 miliardi di euro di risorse per sostenere imprese, artigiani, commercianti, professionisti, lavoratori e famiglie nella nuova fase di ripresa economica e sociale del Paese.

In particolare, il Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha lavorato a un pacchetto di misure che rappresenta uno dei pilastri del provvedimento e che mira a rispondere a molte esigenze delle imprese e dei lavoratori colpiti dalla crisi economica causata dal Covid-19.

L’obiettivo del Governo è quello di continuare, dopo il decreto Cura Italia e il decreto Liquidità, a supportare e rafforzare le attività produttive che hanno subito forti perdite di fatturato durante questa emergenza attraverso un quadro omogeneo di interventi, tra i quali:

Maggiori info QUI

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COVID-19 – FASE 2.1

Oggi finalmente parte la “fase 2.1” in sostanza riaprono tutti i negozi, bar, ristoranti, uffici ma seguendo precise disposizioni previste nell’ultimo DPCM e dalle singole disposizioni previste dalle Regioni italiane.

E’ un inizio, ma anche in questo caso bisogna seguire le indicazioni prescritte per evitare di ritrovarci nuovamente in lokdown con gravi ripercussioni economiche e sociali.

Per maggiori info:

Informazioni sull’APP Immuni:

Buon rientro a tutti e buon lavoro

MDM

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BLOCKCHAIN – La Self-Sovereign Identity

SELF-SOVEREIGN IDENTITY

LA SOVRANITA’ SUI DATI PERSONALI

Il periodo che stiamo vivendo così difficile, inevitabilmente cambierà la nostra vita e il modo stesso di viverla. Il lockdown (causato dal COVID-19), ci ha insegnato che la digitalizzazione non è più solo una moda del momento per innovatori, ma una vera e propria nuova strategia di tecno-sopravvivenza.

La Blockchain è un attuale candidato ideale come nuova tecnologia che può essere messa al servizio delle persone insieme ai sistemi di ecommerce, dei pagamenti digitali, delle assicurazioni digitali, delle app.

C’è un ambito più di altri in cui l’applicazione delle tecnologie Blockchain sarebbe però particolarmente utile e calzante: la gestione dell’identità digitale (insieme alla tracciabilità delle filiere agroalimentari, della notarizzazione di atti e processi, nella logistica, nella sanità).

Questa emergenza ha mostrato chiaramente quanto siamo ancora impreparati a gestire dati e informazioni sull’identità delle persone: l’attuale situazione contribuisce a rendere ancora più necessaria e urgente un’evoluzione del sistema tradizionale di gestione dell’identità.

In uno contesto di questo tipo, stanno già emergendo ulteriori preoccupazioni sulla privacy dei cittadini e i sistemi tradizionali di gestione dell’identità stanno mostrando i loro limiti. L’attuale discussione sull’APP IMMUNI, ne è un chiaro esempio, che a questo proposito allarma le persone per i potenziali pericoli dell’utilizzo improprio e/o fraudolento dei dati personali riferiti alla salute e agli spostamenti.

Un’adozione diffusa dell’identità digitale potrebbe venire in soccorso in questo momento, offrendo strumenti per gestire meglio informazioni personali e certificati.

Oltre a questo, è già da qualche tempo, che si parla sempre più della tema e della criticità della sovranità dei propri dati personali in riferimento al loro utilizzo ai fini commerciali e non solo, da parte del mercato e dell’industria.

Le sole normative nazionali e europee non sono ancora riuscite ad ottenere la loro massima efficienza nell’ambito della riservatezza e dell’utilizzo dei dati personali da parte dei terzi.

Il modello prevalente oggi in ambito di identità digitale è basato sulla presenza di “enti” (CA – Certification Autority) che svolgono la funzione di Identity Provider (IDP) ponendosi tra l’utente e il soggetto che richiede informazioni sull’identità dell’utente (service provider). Questo modello presenta numerosi limiti, tra cui:

  • Parziale controllo della persona/utente sulle informazioni condivise e sulla privacy dei propri dati;
  • Scarsa flessibilità nella creazione di soggetti in grado di emettere certificati;
  • Costi infrastrutturali rilevanti. Devono garantire la business continuity, sempre, gli identity provider devono mantenere dei sistemi che siano sempre in grado di rispondere a tutte le richieste provenienti dai service provider.

Un esplicito e quotidiano esempio lo vediamo e viviamo nel mondo del web e dell’utilizzo di app sugli smartphone.

Questo perché, nel web oramai interagiamo con qualsiasi tipo di servizio, applicazione, social network, e nel corso di queste interazioni comunichiamo e condividiamo informazioni personali, come il nome, l’età, la nostra residenza o il codice fiscale.

Ma non ci limitiamo soltanto a fornire dati anagrafici: spesso lasciamo traccia delle nostre preferenze (di acquisto, di consumo, di spostamento, dati sanitari, tendenze sessuali religiose politiche culturali, attività finanziarie, ecc.). E gli esempi potrebbero continuare sino all’infinito.

Sono tutte informazioni che riguardano la nostra persona e che sono archiviati/classificati/profilati nei vari database di organizzazioni pubbliche, private e grandi corporation multinazionali a cui, in qualche modo, abbiamo o stiamo cedendo la nostra “sovranità” di persona (chi siamo, cosa facciamo, ecc.).

1. UN’IDENTITÀ DIGITALE (ID) DISTRIBUITA

Queste organizzazioni, molto spesso acquisiscono i nostri dati personali, per classificarli/analizzarli e aggregarli, creando una serie di profilazioni della persona/utente.
Possiamo prendere come esempio i cosiddetti GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple), che hanno costruito una vera e propria “preziosa miniera” grazie alla raccolta/estrazione e all’utilizzo (in alcuni casi con modalità poco trasparenti) dei dati personali; in questo caso possiamo citare ad esempio anche la banca (con cui dialoghiamo attraverso l’account home-banking), la piattaforma di e-commerce (su cui abitualmente compriamo scarpe e abbigliamento), o il servizio di TV ondemand (al quale diciamo – sia pure inconsapevolmente – quali sono le nostre serie TV preferite e anche quando e dove siamo soliti guardarle), i servizi di cloud (dove conserviamo grandi mole di documenti, dati, foto, ecc.).

Facile immaginarsi la imponente quantità di dati che ogni momento scambiamo sul web e che nel tempo della nostra vita ininterrottamente collezioniamo digitalmente.

Le origini dei dati e le loro destinazioni dati sono illimitate ed è inevitabile che nel tempo, l’utente ne perda la gestione e controllo.

2. UNA SOLUZIONE AL PROBLEMA: LA SELF-SOVEREIGN IDENTITY – LA SOVRANITA’ SULLA PROPRIA IDENTITA’

Ora la Blockchain fornisce una soluzione per cambiare questo status quo “malato”; utilizzando la tecnologia della crittografia assimetrica (“chiave privata” e “chiave pubblica“), l’utente può disporre facilmente dei dati personali associati alla “chiave privata”.

In questo modo la gestione e il controllo dell’identità personale è totalmente decentralizzato, ripristinando la sovranità dei dati della persona/utente. A questo proposito si fa specifico riferimento al “Self-sovereign identity“.

Quali sono le pecularietà di questo new deal, basato sulla #Blockchaintecnology:

  • MAGGIORE SICUREZZA (RESISTENZA AD ATTACCHI O FURTI): la tecnologia Blockchain offre i vantaggi di un sistema decentralizzato, in cui il controllo dei dati è nelle mani degli utenti. Per gli hacker sarà quindi complesso effettuare attacchi malevoli o furti di identità perchè occorre accedere al device o al computer personale di ogni singola vittima. L’assenza di un “punto centrale” in cui si concentrano migliaia o milioni di dati, rende enormemente più difficoltoso l’operato di questi criminali.
  • IDENTITÀ UNICA: all’interno di un ecosistema Blockchain si potrebbe definire un’identità unica, che resta tale nel corso di ogni nostra interazione con applicazioni terze.  Sia per accedere alla propria banca, o acquistare un libro in una piattaforma di ecommerce o di chattare su un social netwaork, l’identità digitale non cambia perchè agli occhi del web sei la stessa persona, proprio come accade nella vita reale.
  • MINIMIZZAZIONE E ANONIMIZZAZIONE DEI DATI: i dati sono in tuo possesso e puoi decidere in piena libertà quali dati condividere e quali invece tenere confidenziali. Inoltre potrai condividere solo i dati strettamente necessari per avere un servizio. Poniamo ad esempio che tu voglia accedere al Bonus Cultura di 500 €. In un contesto blockchain è sufficiente comunicare la tua età e non altri dati anagrafici. Addirittura esistono meccanismi che permettono all’utente di fornire – in maniera crittografica – la prova di avere 18 anni senza che lo stesso utente debba condividere l’età esatta (c.d. zero knowledge proof).

La Self-sovereign identity, tuttavia, ha dei “limiti” operativi che dobbiamo avere presente: la gestione delle chiavi crittografiche richiede infatti un certo impegno e impone dei limiti di funzionalità.

Ad esempio, non è permesso il recupero della password che consente di accedere ai propri dati. Perciò, in caso di smarrimento della chiave privata che custodisce l’identità dell’utente, questa non potrà essere recuperata al pari dei dati ad essa associati. Andrebbe ricostruita la propria identità digitale con un impegno di tempo personale (per esempio).

3. PRIME APPLICAZIONI

La prospettiva offerta da questo nuovo modello di identità digitale suscita un certo interesse fra gli operatori del mercato, tanto è vero che sono già disponibili le prime dApp (acronimo di applicazioni decentralizzate) che forniscono questo tipo di servizio (fra queste si segnala:

La finalità di questi servizi, senz’altro nobili perché si pongono a tutela di chi è il “proprietario” dei dati.

Self-Sovereign Identity ha lo scopo di superare lo stato attuale che produce la frammentazione dell’identità personale sulle varie applicazioni web/app, organizzando un modello basato su un sistema decentralizzato che consente alle persone/utenti di governare l’utilizzo dei propri dati e la loro condivisione a favore di terze organizzazioni (pubbliche, private, ecc.).

MDM

ASSINTEL – Eletti i nuovi Comitati Regionali

EMILIA ROMAGNA, LAZIO, SICILIA, UMBRIA E VENETO: SONO LE PRIME 5 REGIONI SULLE QUALI ASSINTEL INVESTE PER SUPPORTARE LA RIPRESA SUI TERRITORI ATTRAVERSO PROGETTI DIGITALI

Ecco i nuovi Comitati Territoriali, subito al lavoro insieme alle Istituzioni e alle filiere produttive

Il Digitale ha dimostrato, durante la Fase 1 di questo lock down, di essere l’autostrada che ha permesso al Paese di non fermarsi: il settore ICT, con le sue imprese, ha avuto un ruolo fondamentale e determinante in tale processo ed ora è pronto per continuare a farlo anche nella Fase 2, la ripartenza.

“La parola chiave ora è territorio: ci giocheremo la ripresa soprattutto nei Comuni e nelle Regioni, solo se riusciremo a fare sistema con le imprese e le pubbliche amministrazioni per investire laddove sia veramente strategico” così ha dichiarato la Presidente Assintel Paola Generali, che nel mese di aprile ha dato vita al rinnovo dei Comitati territoriali di 5 regioni.
La Presidente afferma inoltre che “Per fare sistema serve conoscere le filiere, i mercati, le realtà e i bisogni locali, creare bandi veramente utili e fare molta cultura digitale: per questo anche un’associazione nazionale come Assintel – che rappresenta le imprese ICT di Confcommercio – ha creato i suoi comitati territoriali, che hanno approfittato del lock down per rinnovarsi e cominciare a progettare il nuovo futuro”.

La disponibilità e la professionalità dei singoli componenti, unite alla preziosa sinergia con le Confcommercio locali, daranno quindi vita in tempi rapidi a concrete progettualità. Ecco i nuovi comitati, in ordine alfabetico:

Comitato Assintel Emilia Romagna
Massimo Neri di MAVIGEX è il nuovo Coordinatore del Comitato ed è affiancato da: Luca Cavina di SOCIALCITIES, Federico Germi di ILGER.COM, Pierangelo Raffini di ANTREEM e Roberta Tarassi di COMPUTER ASSISTANCE.

Comitato Assintel Roma | Lazio
Roberto Di Gioacchino di PRS PLANNING RICERCHE E STUDI è il nuovo Coordinatore del Comitato ed è affiancato da: Ercole Belloni di ESSEQUAMVIDERI, Giovanni DeCarli di OPTIMIST, Gabriele Del Pozzo di ARITMOS, Maura Frusone di KASPERSKY, Roberto Meli di DATA PROCESSING ORGANIZATION e Giuseppe Sarti di SEDIIN.

Comitato Assintel Sicilia
Emanuele Spampinato di ETNA HITECH è confermato Coordinatore del Comitato ed è affiancato da: Simone Curcio di MANAGEMENT ADVISOR, Luciano De Franco di PARADIGMA, Marco Di Marco di INFORMAMUSE, Giovanni Di Stefano di GD COMUNICAZIONE, Rosario Minasola di ELMI, Danilo Mirabile di BEENTOUCH, Antonino Palma di TECNOSYS ITALIA e Dario Zappalà di DARWIN TECHNOLOGIES.

Comitato Assintel Umbria
Roberto Palazzetti di OSMOSIT è confermato Coordinatore del Comitato ed è affiancato da: Giada Cipolletta di SIMMAT, Carlo Corucci di MICRA SOFTWARE & SERVICES, Andrea Cruciani di TEAMDEV, Alessio Fioroni di TINIA, Marco Giorgetti di SKEELLER e Cino Wang Platania di FINDATA.

Comitato Assintel Veneto
Giovanni Maria Martingano di IFIN SISTEMI è confermato Coordinatore del Comitato ed è affiancato da: Giancarlo Battaglia di AXIOS INFORMATICA, Wladimiro Bedin di BEDIN SHOP SYSTEMS, Luca Faccioli di METIS SOLUTIONS e Giacomo Macrì di LEANBIT.

COVID-19 – Oggi Parte la Fase 2

Ufficialmente oggi, dopo un lungo lookdown, inizia per tutti noi una nuova fase chiamata “Fase DUE”. Quattro milioni di lavoratori in Italia riprendono a lavorare. Naturalmente è una “fase” iniziale e prudenziale dove non tutte le categorie industriali-economiche ritornano alla “normalità”. Infatti, in gran parte continua il lavoro così detto “Smart Working” per evitare spostamenti e contatti.

Il prossimo appuntamento è per il prossimo giorno 18 Maggio dove ci saranno nuove aperture e nuove disposizioni.

Per la Sicilia ecco il nuovo modello di Autocertificazione necessaria per gli spostamenti dentro la regione.

Per avere uno scema di riferimento rispetto le precauzioni da prendere:

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BLOCKCHAIN – OK STO (Secuirty Token Offering)

STO

Il nuovo regolamento UE sui prospetti aziendali sarà operativo dal 21 Luglio 2018 dando nuovo slancio a progetti e iniziative per la raccolta di capitali e per finanziare startup.

Nuovo impulso al mondo variegato della Blockchain, finalmente il 21 luglio 2019 il nuovo regolamento UE sui prospetti diventerà operativo in tutti gli Stati membri dell’UE. Questo si aggiunge alla nuova Legge italiana, che rende “legale” la tecnologia Blockchain (siamo ancora in attesa delle linee guida dell’AGID).

I due provvedimenti, sebbene diversi tra loro per argomento e approccio, insieme rappresentano una grande nuova opportunità per chi desidera investire e/o progettare nuove iniziative ICT basate sulla tecnologia DLT/Blockchain.

Le nuove norme UE, abrogano le precedenti (del 2003) e introducono nuove regole che daranno sicuramente una grande spinta al settore delle criptovalute e delle security token (STO) circostanziando meglio in Europa lo sviluppo delle “offerte pubbliche”.

L’innovativo insieme di norme, è stato definito con l’obiettivo di permettere alle PMI di dotarsi di strumenti più semplici e meno dispendiosi per trovare canali alternativi di finanziamento e fondi sui mercati.

Ma possiamo immaginarci anche tanti altri casi d’uso come ad esempio:

  • Valorizzazione del Patrimonio Immobiliare pubblico e privato, che potranno ri-generare valore per la comunità e il mercato.
  • Avviare iniziative di Project Financing basandosi sul principio delle STO
  • Progetti di Ricerca e Sviluppo scientifico sostenuti con la formula dello STO e sfruttamento/remunerazione dai nuovi brevetti
  • Sostenere e avviare Contratti di Rete tra aziende basate su specifici progetti
  • Finanziare progetti di acquisto di beni destinati a grandi investimenti di macchinari e infrastrutture partendo da progetti validi e certificati con ROI tangibili.
  • Valorizzazione di opere storiche e artistiche
  • Nuovi sistemi pensionistici e sanitari

Ma l’elenco potrebbe continuare, perché veramente l’unico limite in questo caso è la nostra fantasia.

Perché normare le STO e il Prospetto Informativo?

Da quando si è iniziato ad osservare il fenomeno ICO (Initial Coin Offering) come un tema con caratteristiche anche di tipo speculativo, è iniziata una sorveglianza rispetto a dei fattori di rischio e delle criticità legate a questo tipo di iniziative.

Quello delle truffe e delle iniziative poco trasparenti è stato un fenomeno che nel tempo ha frenato in modo deciso lo sviluppo delle ICO, lo strumento cioè attraverso il quale molte aziende e startup hanno voluto finanziare i propri progetti e il proprio sviluppo.

Diverse iniziative, hanno creato grande scetticismo, sia a livello di investitori, sia per quanto riguarda i regolatori. Questa realtà ha consolidato opinioni negative dovute alla elevata quantità di ICO lanciate, non avevano una vera o potenziale visione di prodotto/mercato/redditività e, in presenza anche di numerose truffe.

Questi rilevanti problemi, hanno contribuito ad imprimere una svolta finalizzata alla ricerca e lo sviluppo e la creazione di una nuova forma di ICO, che ha portato ai Security Token Offering (STO) che garantiscono requisiti e regole certe da osservare, che minimizzano i potenziali fattori di rischio e incrementando le procedure di controllo e verifica.

Per superare questo ostacolo sta emergendo un nuovo genere di ICO, la Security Token Offering, che propone agli investitori l’acquisto di Token sotto forma di security, di “titoli” cioè che passano attraverso il controllo di autorità preposte, chiamate a certificare che si tratti strumenti finanziari negoziabili e che riportino un valore monetario.

Il fenomeno ICO si può riassumere nella tabella sottostante che evidenzia, l’iniziale suo interesse da parte del mercato e, il suo successivo fallimento dovuto a quanto precedentemente raccontato.

I Security token possono così essere considerati come quote di partecipazione a una società, consentendo di prendere parte alla redditività (distribuzione degli utili o alla percezione di dividendi), o rappresentare un debito obbligazionario o proprietà immobiliari, contribuendo così a dare una garanzia agli investimenti di chi ha deciso di credere in un progetto.

Chi è esonerato dall’obbligo di pubblicare un prospetto

L’UE (dal 21/07/2018) ha adottato un nuovo schema di norme, che esentano chi emette titoli, dall’obbligo di redigere un prospetto informativo se l’offerta è al di sotto di una certa soglia.

Le soglie, sono state decise da ogni nazione rispettando l’articolo 3.2 del regolamento, che prevedono un margine di discrezionalità per le esenzioni tra uno e 8 milioni di euro.

L’Italia, la Francia, il Regno Unito, la Danimarca e la Finlandia hanno optato per la soglia più alta di 8 milioni di euro, scelta che può favorire lo sviluppo delle STO perché questa soluzione si adatta particolarmente bene alla media delle startup focalizzate sul mondo delle criptomonete; tutto questo consente loro un modus operandi più semplice ai per acquisire finanziamenti all’interno dei loro paesi d’origine.

Nota bene, dal momento che non c’è bisogno di un prospetto, la raccolta fondi dovrà essere limitata per ora al paese d’origine.

Il nuovo “Prospetto di crescita” per le PMI

Dal 21 luglio 2019 le società europee che non rientrano nelle soglie per l’esenzione e che volessero emettere security token potranno farlo utilizzando una nuova forma di prospetto semplificato, che prende il nome di “Prospetto di crescita”. Si tratta di un processo abbastanza diretto e dai costi contenuti se paragonato alla media dei prospetti altrimenti necessari.

L’articolo 15 ha inoltre ampliato la definizione di PMI, che potranno adottare il prospetto semplificato, comprendendo anche le società che rispondano ad almeno due dei criteri sotto evidenziati, avere:

  • meno di 250 dipendenti,
  • un bilancio complessivo che non superi i 43 milioni di euro,
  • un volume d’affari annuo che non oltrepassi i 50 milioni di euro. 

Gran parte delle PMI all’interno dell’UE, rientrano in questo ambito, ma il legislatore europeo si è andato oltre questa definizione, e ha deciso di estendere i vantaggi del prospetto semplificato anche ad altre aziende.

In particolare, qualunque altro emittente i cui titoli siano trattati o si apprestino a esserlo sul mercato delle PMI, a condizione che queste aziende abbiano una capitalizzazione di mercato inferiore ai 500 milioni di euro sulla base dei dati finanziari di fine anno per i tre anni precedenti. Un altra possibilità è estesa anche a qualunque altro emittente, purché l’offerta pubblica non vada oltre i 20 milioni di euro per un periodo di 12 mesi (gli emittenti osservino la condizione che non abbiano altri titoli scambiati sul mercato delle PMI e non abbiano un numero di dipendenti superiore alle 499 unità).

Il format specifico e le informazioni contenute all’interno del prospetto di crescita sono state esplicitate in una direttiva delegata adottata recentemente dalla Commissione UE.

La portabilità semplificata del prospetto all’interno dell’Unione europea

Sempre dal 21 luglio 2019, il processo per l’ottenimento del certificato di approvazione che attesti che il prospetto è stato emesso nel rispetto delle nuove diventerà più semplice.

E’ bene ricordare, che in virtù del fatto che si tratta di un regolamento e non di una direttiva, non sono più necessari adempimenti aggiuntivi, ma il regolamento entrerà automaticamente in vigore all’interno dei sistemi legislativi nazionali, eliminando in questo modo il rischio di incongruenze. In questa maniera, una volta che un prospetto di crescita di una STO è approvato in uno stato UE, questo sarà valido per ogni offerta di Security Token all’interno della stessa UE.

L’entrata in vigore del nuovo regolamento sui prospetti, (che prevede esenzioni chiare per alcune emissioni di titoli), accoppiata con il nuovo “prospetto di crescita” e alla semplificazione della procedure di portabilità, potrebbe diventare uno strumento potente per le aziende che vogliano accedere al mercato dei capitali in Europa emettendo nuovi security token e/o tokenizzando titoli esistenti. In Italia, tutto questo, lo abbiamo idealmente abbinato anche alla recente legge sulla valenza legale della Blockchain creando un ecosistema tecnologico-legislativo-finanziario-economico che può dare un contributo ad un nuovo tipo di PIL, con ricadute positive anche in ambito occupazionale (tanto lavoro per Studi Legali, società ICT, intermediari finanziari, Startup, Fintech, Insurtech, Banche).

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Impresa 4.0

Impresa 4.0

Il Piano Nazionale di Impresa 4.0: cos’è

l Piano Nazionale di Impresa 4.0 è un insieme di misure e agevolazioni che hanno il principale obiettivo di favorire gli investimenti per l’innovazione e per la competitività delle imprese.

Il termine Impresa 4.0 ha sostituito, dal 2018, quello di Industria 4.0 (presentato inizialmente nella Legge di Stabilità 2017), rappresentando la scelta del Governo di estendere il piano anche al settore dei servizi, riconoscendogli un alto potenziale di digitalizzazione.

Vediamo insieme cos’è Impresa 4.0 e di cosa tratta:

Impresa 4.0: cos’è

Con Impresa 4.0 s’intende il processo industriale generato dalla “quarta rivoluzione industriale“; ricordiamo, con l’aiuto di un’immagine, le tappe delle rivoluzioni industriali che si sono susseguite nella storia fino ai nostri giorni:Impresa 4.0 iper e super ammortamento la 4 rivoluzione industriale

Impresa 4.0 iper e super ammortamento la quarta rivoluzione industriale

Fonte: Ministero per lo Sviluppo Economico Piano Nazionale Industria 4.0

La visione di Impresa 4.0 è che la produzione industriale non è più solo una sequenza di passi e fasi separate, ma i suoi processi sono inscindibilmente connessi al digitale. La connessione tra oggetti attraverso internet, assicurata oggi da sensori e attuatori sempre più piccoli e performanti (ovvero dispositivi in grado di collegare la componente digitale con quella meccanica), porta anche le industrie manifatturiere ad essere sempre più coinvolte in attività di servizio e rende il  confine tra manifattura e servizi ogni giorno meno netto.

Il Piano di Impresa 4.0 nel nostro paese è spinto dalla consapevolezza che l’Italia ha bisogno di recuperare un gap nello sviluppo digitale delle imprese rispetto ai paesi più avanzati della CE. Il piano ha l’obiettivo ambizioso di rilanciare il Made in Italy.

La quarta rivoluzione industriale: la Smart Factory

Il termine Impresa 4.0 indica quindi le trasformazioni apportate dalle tecnologie digitali applicate alla progettazione, produzione e distribuzione di prodotti industriali a livello globale: contraddistingue il processo evolutivo che porterà l’industria delle cose e dei servizi verso la totale automatizzazione e interconnessione.

Impresa 4.0 promuove la Smart Factory (Fabbrica Intelligente o Fabbrica Digitale) quale modello di business innovativo per le imprese, che va ben oltre l’automatizzazione del processi industriali. La catena del valore smart è composta infatti da macchine intelligenti e hub interconnessi in grado di condividere dati e informazioni in modo proattivo.

Secondo un rapporto della multinazionale di consulenza McKinsey, le tecnologie digitali che favoriranno il processo di industrializzazione 4.0 possono essere suddivisi in quattro i settori:

  • Utilizzo dei dati: con riferimento ai big data, open data, internet of things (IoT), machine-to-machine e cloud computing
  • Analytics: con riferimento agli enormi vantaggi che si possono ottenere dal machine learning, che permette alle macchine di migliorare la propria resa elaborando ed analizzando automaticamente i dati raccolti
  • Interazione uomo-macchina: dove parliamo di interfacce touch, di realtà aumentata, di robotica collaborativa (per fare un esempio, si pensi ai Google Glass)
  • Sistemi che traducono il digitale in reale: dove si parla di manifattura additiva, stampa in 3D, robotica, comunicazioni e tutte quelle nuove tecnologie in grado di immagazzinare e utilizzare energia in modo mirato, ottenendo un risparmi di costi ed elevando le prestazioni.

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Impresa 4.0 e la 4° rivoluzione industriale

Piano Impresa 4.0: agevolazioni e incentivi previsti

Il Piano Impresa 4.0 è consultabile sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico e si muove su 4 direttrici strategiche:Investimenti innovativi far crescere l’investimento privato nello sviluppo di tecnologie abilitanti dell’Impresa 4.0 e aumentare la spese in ricerca, sviluppo e innovazione Infrastrutture abilitanti assicurare adeguate infrastrutture di rete, garantire la sicurezza e la protezione dei dati, collaborare alla definizione di standard di interoperabilità internazionali Competenze e Ricerca creare competenze e stimolare la ricerca mediante percorsi formativi ad hoc Awareness e Governance diffondere la conoscenza, il potenziale e le applicazioni delle tecnologie Impresa 4.0 e garantire una governance pubblico-privata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati

Il Governo italiano ha previsto una serie di strumenti di cui le imprese potranno beneficiare per digitalizzare i propri processi produttivi e diventare parte attiva di questa rivoluzione industriale. Tra i più importanti:

Iper e Super Ammortamento

Incentivi alle imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi.
Iper Ammortamento: 250%
Super ammortamento: 130%

Fondo di Garanzia

Favorisce l’accesso a finanziamenti tramite la concessione di una garanzia pubblica che si affianca, anzi spesso si sostituisce, alle garanzie reali portate dalle imprese.
Garanzia pubblica sul finanziamento: fino al 80%

Credito Imposta Ricerca e Sviluppo

Stimola la spesa privata in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti e garantire la competitività futura delle imprese.
Credito d’imposta su spese incrementali: 50%

Nuova Sabatini

Investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.
Contributo in conto interesse da: 2,75% a 3,57%

Patent Box

Regime opzionale di tassazione per i redditi derivanti dall’utilizzo di software protetto da copyright, di brevetti industriali, di disegni e modelli, nonché di processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili.
Riduzione Aliquote Irese Irap su redditi da beni immateriali: fino al 50%

Credito Imposta Formazione 4.0

Incentiva le spese in formazione del personale dipendente relative ad attività svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal piano nazionale stesso 4.0.
Credito d’imposta su spese di Formazione 4.0: 40%

Altri strumenti previsti dalla Legge di Bilancio 2018 sono:

  • Accordi per l’Innovazione: finanzia progetti relativi ad attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo di una o più delle tecnologie identificate in sede UE.
  • Contratti di sviluppo: è il principale strumento agevolativo dedicato al sostegno di programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni
  • Startup e PMI innovative: per le startup e le PMI innovative (che operano cioè nel campo dell’innovazione tecnologica) sono previste semplificazioni in materia amministrativa, lavoro, agevolazioni fiscali, diritto fallimentare
  • Fondo per il capitale immateriale, competitività e produttività: per raggiungere obiettivi di politica economica ed industriale, connessi anche al programma Industria 4.0 e accrescere la competitività e la produttività del sistema economico nazionale
  • Centri di competenza ad alta specializzazione: si promuove la costituzione dei centri di competenza ad alta specializzazione su tematiche Industria 4.0, (forma partenariato pubblico-privato) che dovranno svolgere attività di orientamento e formazione alle imprese nonché di supporto nell’attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzati alla realizzazione, da parte delle imprese fruitrici, in particolare delle Pmi, di nuovi prodotti, processi o servizi (o al loro miglioramento) tramite tecnologie avanzate in ambito Industria 4.0.
  • Centri di trasferimento tecnologico: promuovono attività di formazione e consulenza tecnologica, nonché di erogazione di servizi di trasferimento tecnologico verso le imprese negli ambiti di operatività individuati dal Ministero dello sviluppo economico, tra i quali: manifattura additiva, internet delle cose, cloud, cybersicurezza e analisi dei big data

Il MISE e il MEF hanno pubblicato un documento nel quale viene presentato il consuntivo 2017 delle azioni previste nel piano e tutta la programmazione che il Governo intende mettere in atto per il 2018.