Tra i termini tecnici legati alla firma digitale, se ne incontrerà uno di difficile interpretazione: “digest“. Cos’è?

Con digest si identifica il risultato (l’output) dell’applicazione dell’algoritmo hash (chiave pubblica) al file del documento al quale è stata applicata la firma digitale. In pratica il digest è rappresentato da una stringa di dimensioni variabili, una sequenza di numeri e lettere che identifica in modo univoco il documento e il suo contenuto.

Dunque il digest è la rappresentazione unica e compatta delle informazioni originali contenute nel documento firmato, nonché del documento stesso. È la cosiddetta impronta digitale del documento informatico. Sulla sequenza alfanumerica del digest viene applicato l’algoritmo di codifica hash (chiave privata).

Oltre a rappresentare l’impronta informatica del documento sottoposto a firma digitale, il digest permette anche un’operazione di codifica meno dispendiosa rispetto al lavoro che l’algoritmo dovrebbe affrontare qualora dovesse operare direttamente sul documento originale e sui dati in esso contenuti. Il digest, infatti, genera un file di dimensioni molto piccole.

Nella firma digitale il digest rappresenta, dunque, il primo passaggio per ottenere il documento firmato.

Condividi il nostro articolo: